Commemorazione di tutti i Defunti
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Commemorazione dei defunti

Anche la liturgia odierna è una finestra aperta che ci fa contemplare quello che è il futuro dell'uomo. Ieri ricordavamo Tutti i Santi, tutte le persone che con impegno e con eroismo hanno avuto la forza di incontrarsi con Dio, e oggi ricordiamo tutti i nostri cari, tutte quelle persone che hanno vissuto la loro vita umana e che adesso sono state chiamate da Dio per vivere presso di sé: è questa la realtà della morte. In questa commemorazione non dobbiamo ricordare solo le nostre persone care che, umanamente parlando, ci hanno abbandonato; non è una giornata in cui dobbiamo essere tristi per la lontananza: si, dobbiamo pensare ai nostri defunti, dobbiamo pregare per loro, però oggi siamo invitati a meditare sul mistero della morte, che fa parte della nostra realtà umana.
Noi siamo convinti che la morte non sial'ultima parola che segna la fine, che indica che tutto è finito: no! "Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi". Questa celebrazione è il continuo della solennità di Tutti i Santi, perché anche la celebrazione odierna è una finestra aperta per tutti noi, per contemplare il Regno dei Cieli. Questa liturgia ci ricorda che la nostra patria non è la terra, la nostra meta non sono le realtà umane, ma che la meta che tutti dobbiamo raggiungere è Dio, e che dobbiamo prepararci per raggiungere questa meta, vivendo il brano del Vangelo: Beati i poveri di spirito, Beati i misericordiosi, Beati gli operatori di pace, Beati coloro che cercano la giustizia …. È questa la strada che dobbiamo vivere nella nostra vita, vita che sfocia nella morte, ma che non si conclude nella morte ma che ci porta alla vita eterna.
"Io so che il mio redentore è vivo", dice Giobbe, "e che, ultimo, si ergerà sulla polvere", "io lo vedrò, i miei occhi lo contempleranno": queste sono le parole di Giobbe e devono essere anche le parole che escono dal cuore di ciascuno di noi. Dobbiamo essere convinti della Risurrezione, della nuova vita che il Signore offre a tutti quanti noi. Una vita di pace, di amore, una vita in cui non c'è più l'odio e la violenza, perché sarà una vita eterna in cui c'è la presenza di Dio, di questo Dio che è Amore.
Questa realtà la ha prodotta Gesù Cristo con il suo sacrificio: Gesù è morto come segno d'amore di Dio nei confronti di ciascuno di noi, e da peccatori ci ha dato la possibilità di essere risorti, di essere delle persone nuove. Nel brano del Vangelo di Gesù dice che la volontà di Dio è "che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato", e noi siamo di Gesù Cristo, siamo suo possesso, e Gesù non vuole che ci perdiamo nella distruzione. "Io lo risusciterò nell'ultimo giorno".