Epifania
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Epifania del Signore
La solennità della Epifania ha sempre richiamato l’attenzione in particolar modo dei bambini, ma anche da parte nostra, e ha spesso sollecitato la nostra fantasia, portando l’uomo a considerare che quasi si trattasse di una favola. La tradizione ci ha detto che questi magi, di cui ci parla Matteo, fossero tre e che fossero dei re, uno bianco, l’altro giallo e il terzo nero; inoltre sono stati attribuiti anche i loro nomi (in Occidente: Gaspare, Melchiorre, Baldassarre), e in vari paesi si vantano di avere anche le reliquie dei magi; e ancora, molti, nei tre doni portati dai magi, hanno visto dei segni che mostrano l’identità di Gesù (l’oro perché è re, l’incenso perché è Dio e la mirra per anticipare la sua passione e morte). Tutto questo ci può portare a perdere il significato della Epifania.
La parola “epifania” non significa racconto di un fatto o di una fiaba, ma significa “Manifestazione”: Epifania vuol dire Manifestazione; è la manifestazione di Dio a tutti i popoli. Luca ci ha mostrato che sin dall’inizio Dio si è manifestato a delle persone marginali, a persone non importanti che avevano scarsa rilevanza sociale, come erano i pastori che, all’annuncio degli angeli, subito si recarono alla grotta, e oggi, Matteo ci mostra che nel Bambino, Dio si manifesta ai magi, che erano dei pagani e che quindi erano esclusi dalla salvezza. La festa della Epifania celebra che Dio si manifesta a tutti i popoli e che il bambino Gesù è il Salvatore di tutti gli uomini, senza escludere nessuno.
I pastori sono andati a trovare il Bambino Gesù, salvatore degli uomini, mente i magi scrutano il cielo e vedono una stella che brilla, e riconoscono che è il segno che annuncia che è nato il Salvatore degli uomini, e si mettono alla sua ricerca, affrontando tante difficoltà di lingua nel loro cammino, incontrando persone contrarie che non credevano alla nascita del Salvatore, come gli scribi, i sacerdoti, Erode, il popolo di Gerusalemme, ma, nonostante queste avversità, continuano il loro cammino cercando il Bambino e seguono la stella che brilla, fino a quando si incontrano con Gesù, e “si prostrarono e lo adorarono”. E gli offrono i loro doni.
Per molti l’Epifania significa la fine delle feste natalizie, per altri vuol dire ricevere ancora qualche regalo, ma noi cristiani, come possiamo vivere questa festa? Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo anche noi cercare di raggiungere il Signore, di incontralo, di fare esperienza della sua presenza, perché ci possa trasformare e ci possa rendere diversi. Faccio riferimento a un racconto popolare che ci può aiutare a cercare e trovare Dio: questo racconto parla di quattro magi che, dopo aver visto la stella, si mettono subito in cammino. Tre erano un po’ lenti, e il quarto, più veloce, li precede nel cammino e attende che arrivino alche gli altri tre. Mentre attende, incontra varie persone che hanno bisogno di assistenza, un ferito, persone da aiutare e da consolare, e consuma tutte le sue ricchezze e i gioielli che aveva portato per offrire al Bambino appena nato. Quando anche lui raggiunge la grotta dopo gli altri magi, da solo, si inginocchia davanti al Bambino e sussurra: “Le mie mani sono vuote, Signore. Perdonami”. Il Bambino lo guardava con il volto sereno e sorridente. Ciascuno di noi deve essere questo “quarto magio”, perché possiamo andare davanti al Signore con una vita di generosità e di amore per gli altri, e allora il Signore sorriderà anche a ciascuno di noi e ci accoglierà presso di sé. Solo se cerchiamo Dio e facciamo del bene, possiamo trovare veramente la gioia. Non gli offriremo oro e gioielli, perché non ne abbiamo, ma gli offriremo il nostro cuore e la nostra vita di amore e di donazione. E questo è gradito al Signore. Questo è vivere veramente l’Epifania. Accogliere Dio Amore e comunicare Dio Amore agli altri.
È Gesù la Stella che dobbiamo accogliere per avere la pace e la gioia.
“Abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorare il Signore”.