Ascensione
Liturgia della Parola > Tempo Pasquale
Ascensione del Signore
Al Salmo responsoriale esclamiamo varie volte: “Ascende il Signore tra canti di gioia”, e siamo invitati a rivolgere il nostro sguardo verso il paradiso e non verso la terra. Stiamo celebrando la solennità dell’Ascensione di Gesù al Cielo, che sembra quasi in contraddizione con quello che Gesù aveva detto agli apostoli, quando aveva affermato: “Sarò con voi fino alla fine del mondo”. L’Ascensione al Cielo ci sembra, quasi, un addio che Gesù rivolge all’umanità, perché se ne va via. Ma quella di Gesù non è una fuga, ma è solo un modo nuovo di essere presente tra di noi.
Nel vangelo di Giovanni, Gesù aveva affermato che era bene che lui andasse via, altrimenti non sarebbe venuto lo Spirito Santo per aiutarci a crescere. Spesso, anche noi abbiamo paura di crescere e di prenderci le nostre responsabilità. Ci sono genitori che con la loro educazione non fanno crescere i figli perché li tengono legati a loro, ci sono figli che hanno paura della propria autonomia, della propria responsabilità, e trovano la casa paterna molto più rassicurante che affrontare il mondo. È la stessa esperienza che hanno vissuto i discepoli di Gesù. Vivevano con lui, gli erano affezionati umanamente e non erano capaci di fare le loro scelte: non crescevano personalmente! Avevano bisogno del dono dello Spirito Santo che li aiutasse nelle loro scelte.
Dopo la salita di Gesù in cielo, due angeli appaiono agli apostoli e dicono: “Perché state a guardare il cielo?”. Ora devono guardare anche la terra! Con l’Ascensione, inizia per noi credenti il tempo della responsabilità. Il distacco momentaneo di Gesù deve significare per tutti noi il momento della crescita, della nostra maturità e della nostra responsabilità all’interno del mondo e della nostra comunità. Non siamo “del mondo”, subendo le realtà umane, ma dobbiamo vivere “nel mondo”, in questo mondo pieno di veleno, e siamo chiamati a sconfiggere la divisione, l’odio, la guerra e dobbiamo creare fratellanza all’interno della umanità, e dobbiamo anche riconciliarci con tutto il creato, senza distruggerlo. Dobbiamo essere maturi all’interno del nostro mondo che è pieno di odio.
Quando Gesù appare agli undici dice loro di andare in tutto il mondo e di proclamare il Vangelo a ogni creatura: questo hanno fatto gli apostoli e questo dobbiamo fare anche tutti noi, testimoniando l’amore di Dio attraverso la nostra fratellanza, il nostro perdono, attraverso l’amore verso i peccatori e verso le persone ammalate e bisognose. E, ci dice il Vangelo, che “allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro”: è questo il tempo in cui anche noi dobbiamo “partire” per annunciare agli altri la Parola di Dio. Non dobbiamo avere paura perché non siamo soli, ma in questo cammino il Signore è con noi e ci assiste con il dono dello Spirito Santo.
Ci dice Paolo che “colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli”: Gesù è disceso, incarnandosi come Figlio di Dio, ed è ritornato al Padre portando tutta la nostra umanità redenta e non più piena di peccato e di male. Il Signore Gesù ha preso con sé la nostra umanità e l'ha portata al cospetto del Padre: con la sua Ascensione anche noi siamo entrati in intimità con Dio. Cerchiamo, giorno dopo giorno, di essere degni di stare davanti al Signore, vivendo una vita di pace, di amore e di servizio.
“Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.