27.a domenica Ordinario - Sito di don Antonello

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27.a domenica Ordinario

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27.a domenica Ordinario


In queste domeniche stiamo leggendo, nel Vangelo di Marco, il viaggio di Gesù che si dirige verso Gerusalemme, e durante questo viaggio Gesù fa la catechesi agli Apostoli e a tutti noi: cioè fa il catechismo, ci insegna quelli che sono gli elementi essenziali perché possiamo essere veramente suoi seguaci, perché possiamo essere dei veri cristiani. Ha iniziato chiedendo agli Apostoli che cosa la gente e che cosa loro, suoi seguaci, pensavano di Lui, e Pietro, anche a nome nostro, ha affermato che Gesù era il Cristo, il Messia; Gesù annuncia che lui è il Messia, che però va verso la Croce, e Pietro e tutti noi siamo lontani da questa mentalità che Gesù sia un Messia non potente, ma che accetti la Croce e vada verso la morte: croce che anche noi siamo invitati ad accogliere perché possiamo diventare “servi degli altri”.
Domenica scorsa ci ha insegnato che dobbiamo essere aperti a tutti, anche ai non cristiani, perché lo Spirito di Dio e la sua Misericordia ci possono parlare anche attraverso persone non cristiane e che noi condanniamo: dobbiamo avere uno spirito di accoglienza verso tutti, perché anche i non cristiani possono fare opere di bene, e anche i migranti.
Anche questa domenica continua la catechesi e ci insegna che dobbiamo avere continuamente l’amore verso gli altri, e in questa domenica ci viene presentato il tema del matrimonio, dell’unione tra l’uomo e la donna, di cui ci parlano le letture odierne.
La prima lettura del libro della Genesi, ci dice che la donna ha avuto origine dall'uomo ed è stata creata come complemento e aiuto per l'uomo. Questo brano ci mostra che la donna ha la stessa natura e ha la stessa importanza dell'uomo. Qui potrebbe entrare il discorso sulla sopraffazione che talvolta l'uomo ha nei confronti della donna, che certe volte è sottomessa anche in qualche cultura religiosa.
Anche Gesù parla di questo argomento, quando alcuni farisei, “per metterlo alla prova”, gli domandano se era lecito, secondo Lui, che un uomo ripudiasse la propria moglie. Questa era una consuetudine che era presente nel mondo greco e anche in quello giudaico. Al tempo di Gesù c’era una corrente rigorista che prevedeva il divorzio solo in caso di cattiva condotta sessuale della donna, e c’era anche una corrente tollerante, la più seguita, che consentiva il divorzio anche per la sterilità, o perché una donna non sapeva svolgere i lavori domestici o perché non c’era più attrazione fisica. I Farisei vogliono sapere quale è il parere di Gesù.
La risposta di Gesù è molto chiara, e afferma che Mosè ha permesso il divorzio, il ripudio di una donna “per la durezza del vostro cuore”, ma all’inizio della creazione Dio li ha fatti maschio e femmina per unirsi tra loro e diventare una carne sola. L’uomo è stato creato a immagine di Dio, tutti noi siamo immagine di Dio, e Dio è Amore, bontà, misericordia, e l'insegnamento principale di oggi è che nella nostra vita dobbiamo essere amore, superando tutte le realtà umane che ci condizionano, che ci distraggono dal vero amore e ci portano all’egoismo.
In queste ultime domeniche nel Vangelo si parla di bambini, e anche noi dobbiamo essere come i bambini, non perché i bambini sono incoscienti e qualche volta non riescono a ragionare pienamente, ma dobbiamo essere come i bambini che hanno fiducia nei loro genitori perché comprendono il loro affetto e la loro amicizia, anche nelle punizioni. Anche noi dobbiamo avere questo atteggiamento dei bambini nei confronti di Dio che, giustamente, tutti noi chiamiamo come nostro Padre. Dobbiamo fidarci pienamente di Lui, del suo Amore, anche nella sofferenza.
“Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di Lui è perfetto in noi”.

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