5 domenica Ordinario - Sito di don Antonello

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5 domenica Ordinario

Liturgia della Parola > Tempo Ordinario


5.a domenica Ordinaria

Fin dall'inizio della storia umana, subito dopo il peccato originale, notiamo che la sofferenza, che il dolore, entrano a far parte della nostra vita, come stiamo sperimentando anche noi: tante famiglie in crisi, molti senza lavoro con sofferenza per le famiglie, molte violenze verso gli altri e sperimentiamo spesso anche tanti lutti nelle nostre famiglie. E oggi viviamo anche l’esperienza della pandemia che trasforma completamente tutta la nostra vita e ci impedisce di frequentare gli altri e di incontrarli, e crea paura, tanti lutti e disagi tra di noi. E ci poniamo gli interrogativi perché esistano il male, il dolore, la sofferenza delle persone innocenti. Perché Dio non interviene a togliere queste sofferenze che, spesso, mettono in crisi la nostra fede?
Anche Giobbe, uomo giusto, sperimenta la sofferenza, sente il peso e la fragilità della sua vita, però si affida sempre a Dio, anche nella sofferenza, e, oggi, diventa un modello per tutti noi, perché riusciamo a scoprire e a valorizzare il vero senso della nostra sofferenza. Anche a noi, come a Giobbe, capitano “mesi di illusione e notti di affanno”, non riusciamo più a dormire per le preoccupazioni ed entriamo in crisi, e sperimentiamo che la nostra vita è un soffio che passa veloce. L’esperienza di Giobbe è l’immagine della fragilità della nostra vita umana. Probabilmente il nostro compito come cristiani non è quello di rinchiuderci egoisticamente nei nostri problemi, ma, come ci indica Paolo, dobbiamo cambiare il nostro stile di vita, e dobbiamo essere servi di tutti, diventando “tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno”. Seguiamo l’esempio che Gesù ci mostra nel Vangelo odierno, ricordandoci sempre che Dio non ci lascia soli nel momento della sofferenza: si avvicina a noi per risanarci e salvarci.
Gesù, dopo la predicazione nella Sinagoga (luogo di incontro con Dio), va verso il dolore umano, e, a casa di Pietro, guarisce la suocera che era ammalata, con la febbre, e guarisce tante persone che erano colpite da varie malattie. In questo brano del Vangelo sono messi in evidenza alcuni elementi di Gesù, che anche noi dobbiamo rivalutare nella nostra vita, anche in mezzo alle sofferenze: Gesù si incontra con il Padre (“si ritirò in un luogo segreto, e là pregava”), è disponibile ad aiutare le persone che hanno bisogno di lui e compie miracoli, ed esercita la sua missione, attraverso la predicazione (“andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni”). Tutti noi siamo chiamati ad incontrarci con Dio con la nostra preghiera, siamo chiamati a interessarci delle sofferenze dei nostri fratelli, e ad annunciare la Parola di Dio, attraverso la nostra vita di fede e di Amore.
Gli apostoli lo rintracciano nel luogo deserto dove pregava, e gli dicono “Tutti ti cercano”, e in questi “tutti” ci siamo anche noi che andiamo verso di lui e lo preghiamo che ci liberi  dalle nostre malattie, che ci liberi dalle tentazioni del peccato e che, specie in questo periodo, ci liberi dalla pandemia che ci impedisce di vivere con gioia e serenità la nostra vita. Anche noi dobbiamo coltivare una profonda intimità con il Padre per non essere travolti e schiacciati dalle difficoltà e dalle sofferenze della vita.  Il Signore si prende cura di noi, ci libera da ogni male, e, allora, rivolgiamoci a lui perché continui ad accoglierci e a guarirci.
“Risanaci, Signore, Dio della vita”.

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