Santi Pietro e Paolo
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Santi Pietro e Paolo
Nella colletta abbiamo pregato perché la Chiesa «segua sempre l'insegnamento degli apostoli, dai quali ha ricevuto il primo annunzio della fede». La nostra fede deve essere come quella degli apostoli. Come era la loro fede?
Considerando le letture di questa celebrazione, possiamo dire che la fede degli apostoli derivava dalla esperienza personale che avevano avuto di essere liberati. Presso la porta Bella del tempio c’è uno storpio seduto che mendica, e spera di ricevere qualche cosa anche da Giovanni e da Pietro, che stanno passando. Pietro, vedendolo, gli dice: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, alzati e cammina!». Pietro non ha dei beni, ma l'unica ricchezza che Pietro possiede è il nome di Gesù, che è un nome da invocare, un nome in cui confidare, l'unico nome in cui possiamo trovare salvezza. Anche Pietro ha fatto esperienza di salvezza attraverso il nome di Gesù, quando è stato liberato dal carcere: la parola di salvezza che Pietro dona allo storpio è “Alzati e cammina”, e la parola che riceve dall’angelo per essere liberato dalla prigione è “alzati, in fretta”.
Anche precedentemente Pietro era stato liberato dal peccato, da Gesù stesso, che, per tre volte gli aveva domandato “mi ami?”, dopo che Pietro lo aveva rinnegato per tre volte.
Paolo vive un'esperienza molto simile a quella di Pietro. Quando scrive ai Galati ricorda che “perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo”. Nonostante fosse nemico, Paolo è stato chiamato dalla grazia di Dio, per annunciare il Nome del Signore “in mezzo alle genti”. E verso la fine della vita, potrà confidare a Timoteo: “Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché io potessi portare a compimento l'annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone”
Questa è stata la fede di Pietro e di Paolo: poter confessare che sono stati raggiunti da una grazia che li ha liberati dal peccato, dal pericolo, dal male, e che li ha scelti per annunciare il vangelo di Gesù.
“Ma voi, chi dite che io sia?”, ha domandato Gesù a Pietro e agli altri discepoli, e oggi lo chiede a ciascuno di noi. Chi è Gesù per me? È una domanda che ci interpella e che vuole una risposta. È come se Gesù ci chiedesse: chi sono io per te? Pietro che lo aveva tradito e Paolo che lo aveva perseguitato, hanno fatto esperienza dell’amore di Dio che li ha chiamati a essere testimoni del nome di Gesù, e Pietro e Paolo hanno risposto all’invito che avevano ricevuto di seguire il Signore: “Seguimi”, nonostante il tuo peccato.
Lo stesso avviene anche per tutti noi, anche se siamo peccatori, perché Dio ci ama e ci offre sempre la possibilità che anche noi annunciamo agli altri, con le nostre parole e con la nostra vita, che l’unico nome che ci salva è il nome di Gesù.
Imitiamo queste due figure per metterci in cammino e poter incontrare anche noi Gesù, nostro salvatore. Come lo ha chiesto a Pietro, anche a noi, oggi, Gesù dice “seguimi!”.