30.a domenica Ordinario
Liturgia della Parola > Tempo Ordinario
30.a domenica Ordinario

Geremia ci parla delle tante croci che ha avuto anche il popolo ebreo, il quale ha sperimentato l’esperienza dell’esodo, e si è riconosciuto come un popolo di ciechi e di zoppi, come un popolo che ha dovuto subire tante difficoltà; però Geremia ci presenta le parole di Dio, che sono parole di salvezza per il suo popolo: “Li riconduco – dice Dio -, … li raduno, … li ricondurrò a fiumi ricchi di acqua, …, perché io sono un Padre”. Anche a noi Dio offre questa strada di ritornare a Lui, non perché noi abbiamo meriti, ma ci offre questa possibilità perché Lui è un Padre d’Amore, anche per ciascuno di noi.
In questo “viaggio”, Gesù, ha incontrato varie persone: ha incontrato il giovane ricco che desiderava seguirlo, ma che non è stato capace di abbandonare tutto, e ha continuato a restare ai bordi della strada, senza camminare con il Signore; lo seguivano fisicamente nella “strada” anche Giacomo e Giovanni, che come “glorificazione” volevano i primi posti, uno alla sua destra e uno alla sua sinistra: lo hanno seguito successivamente, ma all’inizio non erano disposti a condividere anche la Croce del Signore.
Durante questo viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversa Gerico, dove incontra il mendicante Bartimeo, cieco, il quale si mostra un vero discepolo. Bartimeo è cieco, non vede, e si trova nell’oscurità: abbandonato da tutti perché infermo, si trova ai piedi della “strada”. Come ciascuno di noi, mendica e aspetta di dare un senso, un significato alla sua vita. Poi tutto cambia, perché passa il Signore, e Bartimeo urla, manifestando la sua pena e il suo bisogno, e urla: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me”, anche se tutti, intorno a lui, lo invitano a tacere.
Gesù lo chiama e gli chiede che cosa vuole che gli faccia, e Bartimeo chiede che possa vedere nuovamente. Aveva sperimentato la gioia del vedere, aveva visto la bellezza del mondo, e ora, come conseguenza della perdita della vista, vive in una condizione di disabilità per la quale è costretto a stare nella strada e a mendicare. E Bartimeo guarisce, per la sua fede, diventa discepolo, e inizia a seguire Gesù: non resta più ai margini della strada, ma inizia a percorrere la “strada” che lo porterà alla glorificazione, alla salvezza.
Il Signore passa continuamente nella nostra vita: dobbiamo urlare anche noi, come Bartimeo, chiedendogli il dono di poter vedere la salvezza che è presente anche nella nostra storia, e dobbiamo cercare anche noi, di ripetere, a chi ne ha bisogno: “Coraggio! Alzati, ti chiama”. Cerchiamo di non restare anche noi ai bordi della strada, ma, assieme a Cristo, mettiamoci in cammino, per raggiungere la glorificazione, anche attraverso la Croce.