30.a domenica Ordinario - Sito di don Antonello

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30.a domenica Ordinario

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30.a domenica Ordinario


In queste ultime domeniche, assieme a Gesù, stiamo percorrendo anche noi la strada che lo conduce a Gerusalemme, dove sarà glorificato attraverso la sua morte in Croce. Durante il suo cammino fa delle catechesi agli apostoli, alle persone che incontra, e fa delle catechesi anche a ciascuno di noi perché lo seguiamo nel suo cammino verso la Croce, per poter essere suoi veri discepoli. Per essere suoi discepoli, dobbiamo metterci anche noi nella sua strada che porta alla glorificazione, attraverso la Croce. E di croci ne sperimentiamo tantissime: dobbiamo avere la forza di accettarle e prenderle con gioia nella nostra vita.
Geremia ci parla delle tante croci che ha avuto anche il popolo ebreo, il quale ha sperimentato l’esperienza dell’esodo, e si è riconosciuto come un popolo di ciechi e di zoppi, come un popolo che ha dovuto subire tante difficoltà; però Geremia ci presenta le parole di Dio, che sono parole di salvezza per il suo popolo: “Li riconduco – dice Dio -, … li raduno, … li ricondurrò a fiumi ricchi di acqua, …, perché io sono un Padre”. Anche a noi Dio offre questa strada di ritornare a Lui, non perché noi abbiamo meriti, ma ci offre questa possibilità perché Lui è un Padre d’Amore, anche per ciascuno di noi.
In questo “viaggio”, Gesù, ha incontrato varie persone: ha incontrato il giovane ricco che desiderava seguirlo, ma che non è stato capace di abbandonare tutto, e ha continuato a restare ai bordi della strada, senza camminare con il Signore; lo seguivano fisicamente nella “strada” anche Giacomo e Giovanni, che come “glorificazione” volevano i primi posti, uno alla sua destra e uno alla sua sinistra: lo hanno seguito successivamente, ma all’inizio non erano disposti a condividere anche la Croce del Signore.
Durante questo viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversa Gerico, dove incontra il mendicante Bartimeo, cieco, il quale si mostra un vero discepolo. Bartimeo è cieco, non vede, e si trova nell’oscurità: abbandonato da tutti perché infermo, si trova ai piedi della “strada”. Come ciascuno di noi, mendica e aspetta di dare un senso, un significato alla sua vita. Poi tutto cambia, perché passa il Signore, e Bartimeo urla, manifestando la sua pena e il suo bisogno, e urla: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me”, anche se tutti, intorno a lui, lo invitano a tacere.
Gesù lo chiama e gli chiede che cosa vuole che gli faccia, e Bartimeo chiede che possa vedere nuovamente. Aveva sperimentato la gioia del vedere, aveva visto la bellezza del mondo, e ora, come conseguenza della perdita della vista, vive in una condizione di disabilità per la quale è costretto a stare nella strada e a mendicare. E Bartimeo guarisce, per la sua fede, diventa discepolo, e inizia a seguire Gesù: non resta più ai margini della strada, ma inizia a percorrere la “strada” che lo porterà alla glorificazione, alla salvezza.
Il Signore passa continuamente nella nostra vita: dobbiamo urlare anche noi, come Bartimeo, chiedendogli il dono di poter vedere la salvezza che è presente anche nella nostra storia, e dobbiamo cercare anche noi, di ripetere, a chi ne ha bisogno: “Coraggio! Alzati, ti chiama”. Cerchiamo di non restare anche noi ai bordi della strada, ma, assieme a Cristo, mettiamoci in cammino, per raggiungere la glorificazione, anche attraverso la Croce.

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