28 domenica Ordinario
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28 domenica Ordinario
Spesso noi sentiamo la Parola di Dio: la domenica quando partecipiamo alla Messa, quando leggiamo un brano della Scrittura o, magari, meditiamo su una frase del vangelo. Ma, quale è il nostro rapporto con questa Parola di Dio? Vivere il Vangelo, con tante rinunce, può renderci veramente felici? Si; se ci lasciamo guidare dalla Sapienza divina e non dalle nostre convinzioni umane, allora, nel vivere il Vangelo, troviamo la vera felicità. Nelle nostre preghiere dobbiamo chiedere a Dio che ci conceda il dono della Sapienza, e la Sapienza di Dio è Gesù Cristo.
Non dobbiamo solo sentire con le orecchie la Parola di Dio, ma dobbiamo ascoltarla, e ascoltare la Parola vuol dire che deve entrare dentro di me per trasformarmi. La Lettera agli Ebrei ci ha detto “Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore”. Certe volte noi sentiamo la Parola di Dio e abbiamo l’impressione che non ci sia successo nulla di nuovo, che siamo come eravamo prima. Questa frase degli Ebrei ha cambiato completamente la vita di Sant’Antonio abate: questa parola ha agito in lui e ha cambiato il suo cuore. Però, mentre andava in Chiesa, stava riflettendo su un brano degli Atti degli Apostoli: si preparava prima di ascoltare la Parola di Dio. E noi, quando andiamo in Chiesa per partecipare all’Eucarestia, prima di ascoltare la Parola di Dio, ci prepariamo o siamo disinteressati perché siamo preoccupati da altre realtà umane?
Per la nostra vita cristiana ci è di esempio anche questo tale del Vangelo che si avvicina a Gesù e gli domanda che cosa deve fare per avere la vita eterna. Perché la Parola di Dio possa agire in noi, abbiamo bisogno che anche noi abbiamo questo desiderio: avere la vera vita, la vita eterna in unione con Dio e con i nostri fratelli. Gesù risponde a questo tale che è necessario osservare i comandamenti, e questo giovane risponde che li osserva tutti fin dalla sua giovinezza, ma a Gesù questo non basta: vuole qualcosa di più, e, rivolto a questa persona, gli dice: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!”. Questo Gesù pretende troppo da noi, e questo tale “si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni”. È scomodo seguire sempre il Signore e la sua Parola. Forse questo giovane uomo ignorava quanto il suo cuore fosse prigioniero delle sue ricchezze. Gesù, con la sua parola glielo rivela per liberarlo. Noi ci sentiamo a posto perché cerchiamo di vivere i comandamenti, partecipiamo alla Messa, facciamo le nostre opere di carità, siamo disponibili verso chi ha bisogno, ma, forse non siamo sempre disponibili ad abbandonare le nostre “ricchezze” per seguire il Signore, che dice anche a ciascuno di noi: ”Vieni! Seguimi!”.
Gesù vuole liberare anche noi dalle nostre ricchezze: dalle ricchezze materiali, dalle nostre convinzioni e dalle nostre certezze, dalle nostre sicurezze umane e materiali. Siamo invitati a scegliere: o dobbiamo evitare di ascoltare la Parola di Dio per non essere scomodati, ma andremo via tristi come è successo a questo giovane uomo ricco; oppure dobbiamo lasciarci mettere a nudo dalla Parola di Dio, perché la sua Parola dia senso alla nostra vita e la possa riempire del Suo amore. Così ripeteremo la stessa frase di Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai le parole di vita eterna”, come troviamo nel Vangelo di Giovanni, al capitolo 6,68.
“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”.