2.a domenica dopo Natale - Sito di don Antonello

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2.a domenica dopo Natale

Liturgia della Parola > Tempo di Natale
2.a domenica dopo Natale


In questa domenica siamo invitati ancora una volta a riflettere su alcuni temi importanti del mistero del Natale. Nella Liturgia odierna è presente varie volte il termine "tenda", "abitazione", che ci riporta a meditare proprio sul Natale. Nella Storia Sacra la tenda era l'abitazione, la dimora del popolo nomade che si trasferiva: Abramo, nel suo viaggio verso la terra promessa, viveva nella tenda; Mosè, durante l'esodo con il popolo verso la terra che Dio aveva promesso, abitava nelle tende, e così altri personaggi della Bibbia. La tenda era il luogo della abitazione, il luogo della dimora.
Nella Colletta iniziale troviamo queste parole "Padre di eterna gloria, nel tuo unico Figlio, …, sei venuto a piantare in mezzo a noi la tua tenda", cioè, con Gesù sei venuto ad abitare in mezzo a noi. Nel brano del Siracide, prima lettura, si parla della Sapienza, personificata in Cristo Gesù, che prende la parola e dice "il creatore dell'universo mi diede un ordine e mi fece piantare la tenda, e mi disse 'fissa la tenda in Giacobbe'", stabilisciti nel mondo. Il Vangelo odierno è quello che si legge alla messa del giorno di Natele, dove Giovanni dice che "il Verbo (Gesù) si fece carne e venne ad abitare (a porre la sua tenda-abitazione) in mezzo a noi".
Questo progetto di salvezza che si è manifestato con la nascita di Gesù, Dio Padre lo aveva concepito da sempre, come dice la Sapienza, che è Gesù, e che troviamo nel brano del Siracide (1 lettura):"Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creata; per tutta l'eternità non verrò meno". Dio ha voluto l'incarnazione di suo Figlio fin dalle origini, perché fosse salvezza dell'uomo. Anche San Paolo, nel brano degli Efesini, afferma che Dio, in Gesù Cristo, "ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati". Siamo stati pensati, voluti,siamo stati amati da Dio Padre in Cristo Gesù da sempre, dall'eternità.
Giovanni in questo brano, che è il prologo del suo Vangelo, (il prologo è la chiave di lettura del Vangelo, il sunto globale della realtà di Gesù: nel prologo ci descrive chi è Gesù), nel prologo ci ricorda che se accogliamo questo mistero di amore, siamo veramente dei figli di Dio: "A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio". Se accogliamo Cristo, Figlio di Dio, siamo veramente dei figli di Dio; se cerchiamo di essere santi e immacolati, siamo figli di Dio.
Lasciamoci illuminare dallo Spirito, come ci dice la Colletta, perché accogliendo il mistero dell'amore di Dio "pregustiamo la gioia che ci attende, come figli ed eredi del Regno". Questo è il sogno di Dio Padre: quello di renderci figli come il suo Figlio diletto, il sogno di Dio è quello di renderci partecipi del suo Amore, é quello di farci diventare simili a Lui, e realizzeremo questo disegno di Dio, solo se lo amiamo.

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