31 domenica Ordinario
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31 domenica Ordinario
“Ascolta, Israele”: con queste parole del Libro del Deuteronomio, Gesù risponde allo scriba, studioso della parola di Dio, che gli aveva posto la domanda su quale era il primo di tutti i comandamenti, il più importante, quello da mettere in pratica. Fin da piccoli tutti noi siamo stati educati a parlare o a stare zitti, in silenzio, in certe occasioni. “Ascolta”. Oggi raramente siamo abituati ad “ascoltare”, preferiamo parlare invece di ascoltare l'altro, forse perché siamo convinti di avere sempre noi la ragione. Questo lo notiamo tra i politici che raramente sono disposti ad ascoltare l'altro che parla, e spesso questo succede anche all'interno delle nostre famiglie, nel nostro rapporto con gli amici e con le persone che frequentiamo. Ascoltare l'altro è molto difficile.
Tra “ascoltare” e “sentire” c’è una grande differenza! Noi sentiamo gli altri che parlano, e li sentiamo con le nostre orecchie, e, forse, sentiamo solo con le nostre orecchie anche Dio che ci parla, lo sentiamo ma non lo ascoltiamo, perché ascoltare Dio vuol dire che la sua parola deve entrare dentro di me e trasformarmi, cambiarmi. Certe volte sentiamo la parola di Dio, ma restiamo tali e quali come eravamo prima, non ci lasciamo trasformare dalla sua Parola, perché non la “ascoltiamo”.
“Quale è il primo di tutti i comandamenti?”, chiede lo scriba a Gesù: esistevano i dieci comandamenti, però gli scribi e i farisei, a questi 10 comandamenti avevano aggiunto oltre 600 precetti da osservare, per essere aiutati a vivere meglio i 10 comandamenti. Sono troppi da seguire e, forse, questo scriba preferirebbe seguirne solo alcuni, e non tutti, per essere sicuro di stare vicino a Dio, e chiede quale è il più importante. Questa potrebbe essere una tentazione anche per noi cristiani: siamo convinti di avere una certa pratica religiosa perché recitiamo le preghiere, partecipiamo alla messa domenicale, ci confessiamo e almeno una volta all’anno ci accostiamo alla Eucarestia. E ci sentiamo tranquilli in coscienza.
Come risposta, Gesù non fa un elenco dei comandamenti da osservare, ma ne cita due che sono collegati tra di loro: l’amore a Dio e l’amore al prossimo. Riguardo all’amore a Dio cita una frase del Deuteronomio, prima lettura, che dice: “amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Tutto il nostro essere umano, i nostri desideri, la nostra volontà, le nostre scelte devono essere orientate verso Dio. Per amare Dio, non basta il nostro cuore orientato verso di Lui, ma dobbiamo amarlo anche con la nostra testa: dobbiamo scegliere Lui, perché la vera saggezza ci viene dalla Parola di Dio che dobbiamo leggere, intendere, meditare e, soprattutto, vivere. Dio ci chiede di essere amato non negli spazi liberi della nostra esistenza, ma ci chiede di essere amato completamente. Nella borsetta o nel borsello che portiamo, dove mettiamo di tutto, a Dio non deve essere riservato un angolino, perché Dio deve essere la bussola che orienta il nostro percorso, deve essere la luce che guida i nostri passi.
Gesù continua affermando il secondo comandamento e riferisce le parole del Levitico, 19,18: “amerai il tuo prossimo come te stesso”. Siamo invitati ad amare il prossimo come amiamo la nostra esistenza, sempre disposti a custodirla, a farla crescere, a difenderla, a sostenerla. Ama il prossimo perché è come noi, ha i nostri stessi diritti, i nostri stessi sogni, i nostri stessi bisogni e desideri. Dio ci parla anche attraverso i migranti, attraverso i poveri che chiedono aiuto, attraverso le persone che hanno bisogno di aiuto materiale per poter viver vivere, o che hanno bisogno di un nostro incoraggiamento per affrontare e superare le difficoltà della vita: noi, “ascoltiamo” Dio che ci parla attraverso queste persone oppure semplicemente lo sentiamo con le nostre orecchie?
Per Gesù i due comandamenti non possono essere opposti tra di loro: sono tenacemente uniti tra di loro: “Come puoi amare Dio che non vedi se non ami tuo fratello che vedi?”. “Amarlo con tutto il cuore […] e amare il prossimo […] vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici”. L’Amore è la base e il fondamento dei Comandamenti.