12.a domenica Ordinario - Sito di don Antonello

Vai ai contenuti

12.a domenica Ordinario

Liturgia della Parola > Tempo Ordinario
12 domenica Ordinario

“Dove era Dio? Dove è Dio?”: tante volte anche noi ci siamo posti questa domanda considerando ad esempio Auschwitz, dove si è consumato un terribile eccidio della storia umana, quando tanti prigionieri sono stati uccisi. Dove era Dio? E questo ce lo chiediamo anche assistendo alle stragi di tante vittime innocenti, vedendo tanti assassinii barbari e atroci. Dove è Dio? Un teologo, Bonheffer, morto in un lager nazista, in questi momenti di terrore sperimentava il “silenzio di Dio”, come potremmo dire anche noi, oggi, considerando tante persone, anche cristiani, che sono trucidati, bruciati vivi o decapitati.
Anche Giobbe deve affrontare tante difficoltà e sofferenze nella sua vita, e Dio (prima lettura) porta Giobbe a considerare la sua piccolezza nei confronti della grandezza di Dio, e lo spinge ad avere un rapporto di fiducia in Lui, e Giobbe, nella sua sofferenza, si rivolge a Dio; forse anche noi, in tutte le difficoltà in cui ci troviamo personalmente, e nelle sofferenze che avvolgono il mondo, dovremmo buttarci veramente in Dio, attraverso la fiducia in Lui, attraverso la nostra preghiera, e vivendo la sua Parola. Dio non è in “silenzio”, ma ci ama e si interessa di noi.
C’è una notte di tempesta e di paura sul lago, e Gesù dorme. Anche nel nostro mondo c’è dolore e sofferenza, e Dio dorme. E noi diciamo a Dio: non ti importa niente di noi? Perché dormi? Destati e vieni in nostro aiuto! Questo richiesta di aiuto non vuol dire che siamo contro Dio, ma questo grido di aiuto è presente in tutta la Bibbia: ne sono pieni i Salmi, questo grido lo urla Giobbe, lo ripetono i profeti e anche gli apostoli a Gesù che dorme: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?”.
“Perché avete paura? Non avete ancora fede?”, risponde Gesù.  Dio non è altrove e non dorme. È già qui. Dio è presente, ma a modo suo; vuole salvarmi, ma vuole che io metta in campo tutte le mie capacità, tutta la mia forza. Non interviene al mio posto, ma interviene insieme a me, mi accompagna. Non mi custodisce dalla paura, ma mi custodisce nella paura. Non mi libera dalla croce, ma mi salva nella croce che devo accogliere
Tutta la nostra vita è una traversata pericolosa: un matrimonio è una traversata piena di pericoli, la vita di un bambino è una traversata piena di insidie, la nostra vita come sacerdoti e persone consacrate è una traversata piena di difficoltà e paure; la vostra vita in questa comunità è piena di insidie, di difficoltà, è una vita in cui dovete tentare di ricomporre lacerazioni che ci sono tra di voi, e nella quale dovete vincere la paura.
Ci troviamo sempre in un mare in tempesta, e vorremo che il Signore gridasse subito all'uragano: taci. Vorremmo che rimproverasse subito le onde: calmatevi. E che ci dicesse subito: è finita la tua sofferenza.
Vogliamo essere esentati dalla lotta, e invece Dio ci risponde dandoci sempre la forza per andare avanti. Noi, la nostra vita è importante per Dio: gli importano i passeri del cielo e gli importano i gigli del campo; a Dio importiamo anche noi al punto che ha contato i capelli nel nostro capo e conosce tutta la paura che portiamo nel cuore. Lui è qui con noi!
Ci dice Paolo che l’Amore di Cristo ci possiede, Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.

Torna ai contenuti