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Natale

Secondo la tradizione giudaica ci sono quattro notti che sono fondamentali nella storia religiosa della umanità, e sono: la notte della Creazione quando apparve la luce (Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu.), successivamente la vocazione di Abramo, primo dei credenti, che sarebbe stato benedizione per le genti (Vattene dalla tua terra, …, possa tu essere una benedizione …), poi c’è ancora la notte quando il popolo ebreo viene liberato in Egitto dalla schiavitù dei faraoni e attraversa il mar Rosso, (a mezzanotte il Signore colpì ogni primogenito nella terra d’Egitto e … il popolo partì), e c’è ancora questa quarta notte che oggi stiamo celebrando, quando contempliamo la nascita di Gesù, che è la vera Luce e il nostro liberatore.
Oggi è Natale, giorno di gioia per tutti noi, perché Dio non ci ha abbandonati ma è venuto a vivere tra di noi perché possiamo vincere il male e possiamo essere liberi dal peccato. Nel brano di Isaia, che si legge nella prima lettura della Messa di mezzanotte, troviamo queste parole molto significative, che descrivono sia la situazione dell’umanità e sia la buona notizia della nascita di Gesù: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”. È questo il Natale, che viene a illuminare noi che ci troviamo nelle tenebre.
Anche noi siamo nelle tenebre perché nella nostra società e in ciascuno di noi spesso è presente l’odio, il rancore; non siamo disponibili ad aiutare gli altri, siamo egoisti, pieni di arrivismo, non siamo disposti ad accogliere chi ci chiede aiuto e lo rifiutiamo. Abbiamo bisogno di una Luce che illumini il nostro cammino e ci guidi nelle nostre scelte: e questa Luce è Gesù, del quale oggi stiamo celebrando la sua nascita tra di noi. Col Natale possiamo dire che inizi una nuova creazione: all’inizio del mondo la luce ha rischiarato le tenebre che dominavano il mondo, e, oggi, è Gesù questa luce che deve illuminare la nostra vita e farci allontanare dalle tenebre dell’odio e della mancanza di amore che ci avvolgono.
Tutti conosciamo il fatto storico della nascita di Gesù, descritto da Luca: per un decreto di Cesare Augusto, Maria e Giuseppe devono andare a Betlemme per il censimento. Maria è incinta e deve affrontare la difficoltà del viaggio. Noi ci lamentiamo che questo Natale non possiamo trascorrerlo assieme a parenti ed amici, non possiamo neppure andare a trovarli e ci sembra di vivere nella solitudine. L’esperienza che hanno vissuto Maria e Giuseppe non è stata migliore. Affrontano con sofferenza la difficoltà del viaggio, a Betlemme non vanno a trovare parenti ed amici, non trovano ospitalità neppure nell’albergo, ma finiscono in una grotta nella quale nasce Gesù. È la stessa situazione che oggi vivono anche tanti emigrati che non trovano accoglienza, ma solo rifiuto.
Come possiamo vivere bene questo Natale? Ci possono aiutare i verbi che sono presenti in questo periodo natalizio. Il primo verbo è andare verso una meta da raggiungere: gli angeli annunciano ai pastori che è nato il Salvatore, ed essi “andarono senza indugio” per trovare il Salvatore. Il secondo verbo è trovare. Noi diciamo sempre che “Chi cerca, trova”, e i pastori, in quel bambino adagiato nella mangiatoia, hanno riconosciuto il Salvatore. Senz’altro si aspettavano un altro ambiente più lussuoso per il Figlio di Dio, ma lo hanno trovato, proprio perché hanno creduto!
Il terzo verbo è riferire. I pastori non possono fare a meno di riferire quello che hanno scoperto in quella notte, che era strana, ma che era esaltante. Anche noi, se abbiamo veramente la fede, dobbiamo annunciare agli altri, con la vita e con le parole, che Gesù è il Salvatore. Il brano della esperienza dei pastori si conclude con altri due verbi: glorificare e lodare. Hanno fatto esperienza di Dio, e non possono fare a meno di esprimere la loro gioia e la loro gratitudine a Dio per il dono che hanno ricevuto! E noi, come ringraziamo Dio per il dono del Natale? Con una fetta di panettone e un bicchiere di spumante?
Per vivere bene questo Natale dobbiamo vivere la stessa esperienza che hanno vissuto i pastori, perché deve essere questa l’esperienza di ogni discepolo di Gesù: andiamo verso il Signore, cerchiamo di trovarlo e facciamo esperienza di Lui, annunciando a tutti la salvezza che Dio ci dona, e glorifichiamolo e lodiamolo con la nostra vita di Amore e di donazione.
“Oggi è nato per noi il Salvatore”.

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