21.a domenica Ordinario
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21.a domenica Ordinario

Giosuè, successore di Mosè, come responsabile del popolo di Israele, chiede al popolo se vogliono seguire il loro Dio che lo ha liberato dalla schiavitù e lo conduce verso la Terra Promessa, o se preferisce seguire gli dei degli Amorrei che abitano nel loro territorio, e il popolo risponde "Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi!". Israele, allora, almeno a parole, ha dichiarato di voler seguire il Signore, e noi cristiani, non solo a parole, ma agendo concretamente, dovremmo esclamare che vogliamo servire solo il Signore, che vogliamo metterci alla sequela di Cristo, nostro Maestro e meta che vogliamo raggiungere alla fine della nostra vita. Seguirlo concretamente con il nostro modo di vivere.
Cerchiamo di essere in comunione profonda con il Signore, sperimentando la gioia dell’essere in unione con Dio e in comunione di amore tra noi, come ci dice Paolo che parla prevalentemente dell’amore che ci deve essere all’interno della vita coniugale e della famiglia, ma che è una esortazione per tutti noi a vivere con tutti, nella fedeltà, cercando di essere sostegno per gli altri, incoraggiandoli e stimando tutti, come Cristo che ha amore per tutta la Chiesa.
Gesù ha parlato, in queste ultime domeniche, della sua carne che deve essere il cibo con cui nutrirsi, e ora vede profilarsi l'ombra del fallimento: "Molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui, dicendo: questa parola è dura. Chi può ascoltarla?'. Da Gesù avrebbero preferito sentire solo delle cose dolci e gradevoli, avrebbero preferito sentire solo le garanzie per le promesse che Dio aveva fatto, e invece sentono parlare solo dell’amaro degli impegni e dei sacrifici che le promesse richiedono perché possano realizzarsi.
Gesù è cosciente che in chi lo ascolta c’è la crisi, come la crisi c’è anche in ciascuno di noi nel metter in pratica la sua parola, che è dura da seguire, e allora Gesù chiede ai suoi discepoli, e oggi lo chiede anche a ciascuno di noi, e chiede a loro e a noi "Forse volete andarvene anche voi?”. Siamo liberi di scegliere se andarcene o se restare, ma dobbiamo scegliere, e dobbiamo agire secondo la scelta che facciamo. Se decidiamo di scegliere il Signore, dobbiamo ascoltare la sua voce, sempre, anche nei momenti della difficoltà.
Perché possiamo scegliere nuovamente chi dobbiamo seguire, ci aiuta la stupenda risposta di Pietro: Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna. Tu solo. Dio solo. Non ho altro di meglio da seguire. Tu solo: tutto il resto, materiale e umano, non esiste per me. Hai parole. Dio parla, il cielo non è muto, e la parola di Dio crea, la parola di Dio ribalta la pietra del sepolcro, la parola di Dio apre strade nuove. Parole di vita. Parole che danno la vita a me, al mio cuore, parole che lo dilatano e lo purificano, e che ne sciolgono la durezza, trasformandolo da cuore di pietra a cuore di carne. Parole di vita che mantengono vivo un pezzetto di Dio dentro di me. E sono parole di vita eterna, perché creano in me realtà che non muoiono, che danno eternità a tutto ciò che di più bello portiamo nel nostro cuore: l’Amore. E noi abbiamo creduto che tu sei il Santo di Dio.