5 Quaresima
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5 domenica Quaresima
Il profeta Geremia, nella prima lettura, profetizza una nuova alleanza che Dio stabilirà con gli uomini, e afferma che questa nuova alleanza sarà scritta dentro il nostro cuore. Quale è questa nuova alleanza? È l’alleanza che Gesù realizza attraverso le sue vicende, attraverso la sua morte e la sua resurrezione. Ed è questa la realtà che ci deve dare gioia e che deve essere presente dentro il nostro cuore.
Anche il brano della Lettera agli Ebrei ci ricorda questa realtà, quando afferma che Gesù si è abbandonato completamente al volere del Padre offrendo se stesso, e, in questo modo, “divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono”. Gesù è la nostra salvezza, siamo stati salvati attraverso la morte del Signore, e questo dovrebbe produrre in noi la gioia. Nel volto del cristiano ci dovrebbe essere sempre presente la gioia perché siamo redenti, mentre tante volte, invece, nel nostro volto c’è la tristezza per tante vicende umane: per la mancanza del lavoro, per le malattie, per la difficoltà economica, e altre situazioni. Nella Liturgia ambrosiana troviamo una frase riferita a Dio, che dovrebbe farci riflettere e che dice: “Renderò nota la potenza del mio nome attraverso la letizia dei loro volti”. Dal nostro volto dovrebbe apparire sempre la gioia perché siamo stati salvati. E tante volte, invece, siamo tristi, condizionati dalle realtà umane che non corrispondo a quello che ci aspettiamo.
Senz’altro varie volte abbiamo sentito parlare di Nietzsche, che era uno scrittore e filosofo tedesco, non ateo, ma che aveva una sua religiosità particolare da affermare che era lui il dio di se stesso, e che anche Dio era morto, ucciso dagli uomini. Forse, considerando questa frase, possiamo dire che anche oggi, nella nostra società, Dio è morto: è “morto” a causa di varie leggi contrarie alla nostra fede cristiana, e che vogliono giustificare vari atteggiamenti e situazioni ai quali noi credenti non possiamo aderire. Ma, per la Legge, tutto è giusto, anche quello che è contrario ai valori nei quali crediamo. Dio è morto per il fatto che non ci impegniamo a tenere vivi i valori cristiani. Di chi è la colpa se molti non credono in Dio? Nietzsche, rivolto ai cristiani, diceva: “Io crederei all'esistenza del Salvatore se voi aveste una faccia da salvati”. Nel cristiano deve essere sempre presente la gioia, e noi abbiamo la vera gioia solo se facciamo esperienza di Gesù.
Alcuni greci si avvicinano a Filippo e desiderano incontrare Gesù, “Vogliamo vedere Gesù”, dicono, e questa domanda è presente nel nostro cuore ed è presente nel cuore di ogni uomo, di ogni persona che sa che non può andare avanti da solo e che ha bisogno di essere illuminato dalla Luce. In questo tempo di Quaresima, anche noi siamo alla ricerca di Gesù, e Gesù lo troviamo nella Parola di Dio, nelle nostre preghiere, lo troviamo partecipando alla Eucarestia, e tutto questo dovrebbe trasformare il nostro volto triste, che dovrebbe essere sostituito dal volto gioioso di Cristo Risorto.
Certe volte siamo tristi anche per le nostre sofferenze fisiche, e un po’ crolla la nostra fede. La sofferenza ci condiziona e non la accettiamo. La sofferenza è un grande mistero, ma è la realtà intima della vita di Gesù, e dovrebbe esserla anche della vita di ciascuno di noi. Vogliamo “vedere” e incontrare il Signore? Allora, seguiamolo anche nella via della Croce: “chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna”; “Se uno mi vuol servire, mi segua”, ci dice il Signore. Come ha fatto Gesù che è morto come il chicco di grano, solo se anche noi moriamo alle realtà umane, accogliamo i frutti di salvezza che il Signore ha prodotto per noi e per tutta l’umanità.
“Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, lo sarà anche il mio servitore”.