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2 Avvento

Liturgia della Parola > Tempo di Avvento
Seconda domenica di Avvento



Avete notato che in questo Tempo, a fianco all’altare, è presente la Corona dell’Avvento, composta da rami verdi, che simboleggiano la vita che fiorisce, e da quattro candele, e ogni domenica ne viene accesa una, fino ad arrivare al giorno di Natale. Una tradizione afferma che le candele che vengono accese successivamente, indicano che, con la nascita di Cristo, c’è la vittoria della Luce sulle tenebre. La luce, Cristo, domina sulle tenebre.
La prima domenica è stata accesa la candela, che è chiamata la “candela del Profeta”, perché ci ricorda i Profeti che hanno predetto la venuta di Gesù; e questa è la candela della “Speranza”, speranza nella venuta del Signore. Oggi accendiamo anche la seconda candela, la “Candela di Betlemme”, luogo della nascita di Gesù, e questa candela ci indica che tutti gli uomini sono chiamati alla salvezza universale. Successivamente verranno accese la “Candela dei Pastori” che furono i primi a vedere Gesù e a diffondere la “lieta novella” della sua nascita, e poi verrà accesa la quarta candela, la “Candela degli Angeli” che hanno annunciato la nascita del Salvatore. La 3.a candela significa la gioia, e la 4.a indica l’amore.
Stiamo vivendo un brutto periodo perché molti hanno perso il lavoro, non si riesce ad andare avanti, stiamo combattendo con il problema della pandemia, molti hanno chiuso i negozi, …, e in questa situazione sentiamo il bisogno di avere buone notizie. Di “buone notizie” oggi ce ne parla Isaia che scrive: “Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie”, e ce ne parla anche Marco annunciando la nascita di Gesù.
La buona notizia che ci dà Isaia è che è finita la schiavitù, perché il Signore viene con potenza. Ma questa buona notizia ci lascia indifferenti, non ci entusiasma, restiamo scettici. Che buona notizia è, se resta tutto come prima, se non cambia la nostra situazione? Forse gradiremo sentire altre notizie: ad esempio che il valore della Borsa sale, che tutti noi troviamo il lavoro, che non ci troviamo più in mezzo a malattie, che stiamo bene economicamente, ecc.. Ma il Signore non viene per risolvere i nostri problemi umani. Abbiamo, certe volte, solo delle speranze egoistiche, ma ci sono anche altre speranze più importanti: la fine dei litigi, delle guerre, dell’odio; la fine della corruzione, del razzismo, della violenza, …. Isaia non può darci queste buone notizie perché Dio non interviene direttamente a mettere le cose a posto. È compito di noi uomini, e Dio ci dà la forza.
La buona notizia è che Dio viene ad abitare tra di noi, e se ci lasciamo guidare dalla sua Parola troviamo la forza di superare l’odio, la violenza, il razzismo, per creare una società più giusta. Forse anche i primi cristiani erano come noi e pretendevano che da parte di Dio ci fosse un intervento risolutore contro l’ingiustizia. Tante volte anche noi abbiamo detto “perché Dio non è intervenuto?”. Pietro nella seconda lettura ci mostra che Dio è paziente perché continua ad avere fiducia in noi uomini. Infatti dice: “anche se alcuni parlano di lentezza, Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda”. Abbiamo sempre la possibilità di essere delle persone nuove. E questa è una buona notizia: Dio si fida di noi anche se siamo peccatori.
Anche Marco ci parla della “buona notizia”, e infatti inizia scrivendo: “Inizio del vangelo di Gesù”. La parola “vangelo” significa “buona notizia”, e, allora, Marco ci dice che con la nascita di Gesù si realizza la buona notizia di Dio che interviene a favore dell’uomo e ci offre Gesù come modello d’amore e di pace, modello, che dobbiamo imitare perché possiamo avere una nuova umanità.
Se viene una persona a visitarci noi cerchiamo di avere tutta la casa a posto, mettiamo tutto in ordine. Il Signore sta venendo a incontrarci: ci stiamo preparando per riceverlo ogni giorno e quando verrà alla fine dei tempi? Il messaggero Giovanni Battista, anche a noi, oggi ripete l’invito “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”. Allontaniamoci dalla vita di peccato e viviamo la vita stessa di Gesù, avendo un grande amore verso Dio e verso tutti i nostri fratelli, accogliendo le speranze dei poveri, dei rifiutati e di quelle persone che nella nostra società  sono considerate “ultime”.
“Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”.

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