9 domenica Ordinario
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9 domenica Ordinario (di Antonio Mistrorigo)
Egli fa capire così che con la sua venuta è iniziato un nuovo ordine di cose, secondo il quale anche una istituzione divina, come quella del riposo sabbatico, deve cedere dinanzi ad una vera necessità e al dovere della carità.
Il riposo sabbatico non ha ragione di fine, ma di mezzo. Esso non fu istituito per restringere la libertà umana, ma perché l'uomo avesse i mezzi per santificarsi con l'esercizio delle opere di pietà e di religione e perché anche il corpo avesse il necessario riposo. L'uomo, perciò, non deve soffrire la fame a causa del sabato.
Ne deriva che molto spesso il non fare del bene al prossimo, è un fare il male; sicché anche i farisei dovevano convenire che non era lecito fare il male in giorno di sabato.
2. Per noi cristiani è la domenica il gran giorno dedicato completamente al culto di Dio e al riposo del corpo, perché in essa si celebra settimanalmente il mistero pasquale di Cristo, da cui scaturisce la nostra salvezza.
Giustamente il Concilio afferma: «Seguendo la tradizione apostolica, che affonda le sue radici nel giorno stesso della Risurrezione di Cristo, la Chiesa celebra il mistero pasquale ogni otto giorni e, cioè, nel giorno che viene chiamato «del Signore» o «domenica» (Sacrosanctum Concilium, n. 106).
La domenica quindi è il giorno per eccellenza del Signore, da lui voluto e da lui stesso consacrato con il grande mistero della sua risurrezione da morte.
Noi tutti, perciò, abbiamo bisogno della domenica per ritrovare la nostra identità cristiana.
Alla domenica ci incontriamo con Cristo nella celebrazione eucaristica, durante la quale Egli ci parla, si dona a noi in nutrimento di vita spirituale e ci manda poi ad annunziarlo ai fratelli con la parola e la testimonianza, affinché tutti, in Lui e per Lui, abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza (Giovanni 10,10).