26 domenica Ordinaio
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26 domenica Ordinario
Tante volte il nostro cuore è chiuso e siamo convinti che il dono del Signore sia un nostro possesso e non di altri, e questo era un rischio presso il popolo ebreo ed è un rischio che corriamo anche noi, oggi. Certamente come cristiani dobbiamo avere sempre fiducia nel Signore, ma dobbiamo anche fidarci degli altri, come medici e scienziati, che sono guidati dalle mani di Dio e sui quali può scendere la presenza dello Spirito. Dio non è nostro monopolio, come non lo è della Chiesa ufficiale. Dobbiamo perdere la convinzione che Dio non agisca anche nelle altre persone. Fidiamoci di Dio, ma non rifiutiamo gli altri!
La lettura del Libro dei Numeri ci ha presentato che lo spirito di Dio scese su 70 collaboratori di Mosè e su altre due persone che non erano andate nella Tenda dell’assemblea, e questo ci mostra che Dio è libero di dare i suoi doni gratuitamente a chi vuole, e non solo a noi cattolici praticanti. Giosuè si lamenta con Mosè e gli chiede di impedire a queste due persone di profetizzare, ma Mosè risponde con una frase che forse mette in crisi le nostre convinzioni e le nostre certezze, e risponde: “Fossero tutti profeti nel popolo del Signore”. Anche altri possono avere il dono dello Spirito di Dio, comunque, noi dobbiamo essere profeti, annunciando con la nostra vita l’amore e la misericordia di Dio, e rinunciando alle realtà umane che non ci portano verso Dio, ma che ce ne allontanano, come ci dice Giacomo nella sua lettera. Giacomo condanna le persone ricche economicamente e ricche di se stesse, persone empie che sfruttano gli altri, e le condanna perché la nostra ricchezza materiale non sarà valutata nel giudizio finale di Dio.
Gesù è in cammino verso Gerusalemme dove subirà la morte in croce, e durante il viaggio fa la catechesi ai suoi discepoli. Anche gli apostoli, come capita anche a noi, hanno avuto un momento di troppa sicurezza di se stessi quando hanno visto una persona che non apparteneva al loro gruppo, che scacciava i demoni nel nome di Gesù, e hanno chiesto al Signore di impedirglielo. Ma Gesù ci insegna che all’interno della Chiesa non dobbiamo cercare il nostro prestigio e la nostra affermazione, ma ci deve interessare solo il servizio agli uomini, agli altri. Dio è presente dovunque, e della sua presenza non dobbiamo farne il nostro monopolio. Dio ci parla anche attraverso le voci più svariate.
Gesù permette che si facciano miracoli nel suo nome, anche da parte di chi non è suo discepolo. Il bene ha origine sempre dal Signore, anche se è fatto da non cristiani: anche il più piccolo gesto, come dare un bicchiere d'acqua, ai suoi occhi è prezioso. Se siamo capaci di riconoscere il bene e di apprezzarlo, senza invidia, questo è decisivo per la salvezza, allo stesso modo come è decisivo evitare il male.
Tutti dobbiamo essere profeti, dobbiamo annunciare l’Amore di Dio, e per fare questo dobbiamo evitare gli scandali, allontanandoci dalle realtà umane che allontanano noi da Dio, e che, con il nostro comportamento, possono allontare anche gli altri dal suo Amore.
Nella nostra vita dobbiamo scegliere di seguire la Parola di Dio, sapendo rinunciare alle cose umane, in modo che alla fine della nostra vita rimanga qualcosa di valido, e così possiamo entrare nel regno dei cieli, nella Gerusalemme celeste, che vive in unione totale con Dio.