Corpo e Sangue del Signore
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Corpo e Sangue di Gesù
In quest’ultimo periodo abbiamo contemplato l’amore di Dio per tutta l’umanità, quando Dio si è donato completamente a noi con Gesù che muore sulla Croce, e ci ha inviato il dono dello Spirito Santo, (Pentecoste), per essere Luce per tutti noi. Dopo che abbiamo celebrato la Ss. Trinità, un unico Dio in tre persone che vivono in comunione di Amore, oggi celebriamo il Corpo e Sangue di Gesù, solennità che celebriamo da tanti anni.
Tutti siamo devoti del Santissimo Sacramento: ci inginocchiamo, facciamo la nostra adorazione, ci avviciniamo a ricevere la Comunione, solo che, forse qualche volta, lo facciamo solo per abitudine. Ci hanno insegnato a fare in questo modo e noi continuiamo a farlo, magari senza comprendere veramente quello che in quel momento stiamo facendo.
La nostra vita è un viaggio, è un cammino che tutti noi dobbiamo compiere, perché in questa terra siamo pellegrini che camminano verso la vita eterna. Mosè, nel brano del Deuteromio (prima lettura), rivolto al popolo ebreo, e rivolto anche a noi, usa due termini che sono molto importanti, e dice “Ricordati di tutto il cammino che Dio ti ha fatto percorre”, e continua “non dimenticare il Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto”: Ricordati e non dimenticare. Dio è venuto incontro a noi. L’Eucarestia che riceviamo è un dono che ci aiuta nel nostro pellegrinaggio, è un dono che ci dà forza, quell’ostia che ricevo è il Corpo di Cristo, è la presenza di quel Dio che ci ha liberato dalla schiavitù del peccato. Ricordati, non dimenticare tutto l’amore che ha Dio nei tuoi confronti. Ricordiamocelo anche noi, quando riceviamo il dono del Corpo di Cristo.
Davanti al discorso che l’Eucarestia è il Corpo di Cristo, siamo come i discepoli e i giudei: non è facile da accettare. “Come può costui darci la sua carne da mangiare?” esclama la folla. Hanno accettato il miracolo della moltiplicazione dei pani, per loro nutrimento corporale, ma non accettano che Cristo sia Pane per la salvezza. Se Gesù ci fa un discorso sulla pace o sulla fratellanza, è facile che lo accettiamo, lo accogliamo subito; se poi ci dice che ci darà da mangiare e da bere il suo Corpo e il suo Sangue, allora siamo titubanti, come lo sono stati anche i discepoli. È molto difficile da comprendere, però, Giovanni, all’inizio del suo Vangelo, aveva affermato che “Il Verbo si fece Carne”: il “Verbo”, cioè Gesù, la Parola di Dio è diventata carne per salvarci. È diventata carne quando si è incarnato e poi è morto in Croce, e la Prola di Dio, Gesù, è diventata carne il Giovedì Santo, all’Ultima Cena, per essere la nostra forza e il nostro sostegno nella vita. Per salvarci non ci bastava solo la sua istruzione e i suoi messaggi, ma abbiamo bisogno di entrare in unione con Lui, diventando un solo corpo con Gesù. Quando riceviamo la Eucarestia diciamo sempre che facciamo la Comunione, infatti fare la “Comunione” indica che entriamo in una intima comunione con Gesù, entriamo in comunione con Lui. Noi entriamo in comunione con Lui e Lui entra in comunione con noi. Dio si dà come cibo perché tutta la Chiesa diventi suo corpo, come ci dice Paolo nel brano ai Corinzi, che evidenzia che noi siamo un solo corpo, perché partecipiamo all’unico pane che è Cristo.
Noi proclamiamo la nostra fede ricevendo la Eucarestia, facendo genuflessioni, partecipando alle processioni, ma questo non serve a nulla se non veneriamo il vero Corpo di Cristo che è la nostra comunità, il vero Corpo di Cristo che è ciascuno dei nostri fratelli. Ricordiamoci le parole di Gesù a Paolo che perseguitava i cristiani, e gli dice “Perché mi perseguiti”, e ricordiamoci anche le parole di Gesù (Mt 25,40) che dice “Ogni volta che avrete fatto qualcosa di bene per il più piccolo dei miei fratelli, è a me che lo avrete fatto”. Amare gli altri, che siano bianchi, neri, gialli, cristiani, protestanti, atei, profughi, o quelli che non vogliamo aiutare mentre affondano, amare tutti gli altri è amare Cristo.
La festa del Corpo e Sangue di Cristo è un dono che Dio ci fa, e il dono del Corpo di Cristo che riceviamo e che veneriamo, ci permette di donarci totalmente al Signore e ai nostri fratelli, senza avere alcuna paura, perché dentro di noi è presente quello che vale più di tutto: è presente il Signore.
“Io sono il Pane vivo disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno”.