5 domenica di Pasqua
Liturgia della Parola > Tempo Pasquale
5 domenica Pasqua
Penso che stiamo partecipando a questa liturgia eucaristica perché ci riteniamo cristiani, discepoli di Gesù, e magari ci consideriamo cristiani perché siamo stati battezzati, perché facciamo regolarmente le nostre preghiere e partecipiamo ai sacramenti. E questo va benissimo. Ma non è sufficiente. La Liturgia odierna vuole aiutarci a capire meglio quella che debba essere la nostra responsabilità per essere dei veri cristiani. Nella nostra vita sperimentiamo che ci sono tante prove, tante difficoltà anche nel nostro vivere da cristiani.
Domenica scorsa Gesù si è presentato come la “porta” attraverso cui passare per ottenere la salvezza, e oggi si presenta come la “via” che dobbiamo percorrere per entrare in rapporto con Dio Padre e ottenere la vera vita. Vivere in questo modo non è sempre facile perché siamo pieni di paura e nelle nostre scelte siamo condizionati dal peccato.
Già il brano degli Atti ci mostra questa difficoltà all’interno della Chiesa, e ci presenta la realtà dei discepoli greci che si lamentano di essere trascurati nel servizio della mensa, nella cura dei poveri e delle vedove, a differenza dei discepoli giudei. Allora, per risolvere questa situazione, si lasciano guidare dallo Spirito Santo, e scelgono i Diaconi, che devono assolvere questo compito, senza creare differenze. All’interno della Chiesa, a causa della nostra umanità, ci sono stati sempre dei problemi da risolvere. Dobbiamo sempre lasciarci illuminare dallo Spirito Santo e non dalla nostra mentalità. Come dice Pietro, il nostro compito è quello di avvicinarci sempre più a Cristo, “pietra viva”, alla sua Parola, per poter crescere sempre più come cristiani.
La nostra vita è un cammino che dobbiamo percorrere per arrivare al Padre, e Gesù ci dice che è lui la strada per arrivare al Padre: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Nonostante le parole incoraggianti di Gesù, nel cuore degli apostoli resta sempre il timore, la paura, e Tommaso, anche a nome nostro, gli dice che non sanno dove va e che quindi non possono conoscere la via, e Gesù risponde che è lui la via che ci porta al Padre: dobbiamo credere e fidarci di Lui. Anche se è peccatrice e qualche volta scandalosa, Dio continua ad affidare alla Chiesa il compito di annunciare la sua Parola.
Mi fanno pensare molto le parole conclusive del brano del Vangelo, quando Gesù dice “chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre”. Sono parole che riguardano anche noi che ci riteniamo discepoli del Signore. Anche noi siamo chiamati a compiere le opere che ha compiuto Gesù. Però, penso alla comunità della Chiesa che stiamo vivendo.
Spero di non essere polemico, ma noi, persone consacrate, stiamo compiendo le opere del Signore? Tante volte abusiamo degli altri, ci lasciamo guidare dai nostri interessi umani, sfruttiamo gli altri, non siamo accoglienti, pensiamo prevalentemente ai nostri interessi e alle cariche importanti. Anche oggi c’è tanto scandalo all’interno della Chiesa. Ma non solo per le persone consacrate, ma tutti noi, come cristiani, compiamo le opere del Signore, o siamo persone che si lasciano guidare solo dall’aspetto umano? Siamo pieni di orgoglio, non siamo in pace con gli altri, non viviamo il comandamento dell’amore, è sempre presente in noi l’odio e il rancore. All’interno della Chiesa sono sempre presenti i problemi che creano i sacerdoti e le persone consacrate e ci sono le mancanze di tutti noi cristiani, ma, nonostante tutto, Dio ha affidato a questa Chiesa il compito di annunciare la sua Parola. “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me”.
A differenza di Tommaso, noi sappiamo dove dobbiamo andare, cioè verso il Padre, e allora, mettiamoci nelle braccia di Gesù che ci conduce verso Dio, verso Colui che ci ha creato, che ci aspetta alla sua mensa, che ci dona la gioia della sua presenza e ci riempie della vita eterna, che non finisce.
“Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.