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7 domenica Ordinario

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7 domenica Ordinario

Spesso sentiamo e ripetiamo l’esortazione che Dio, nel brano del Levitico, attraverso Mosè ha rivolto al popolo ebreo, esortandolo alla santità: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo”. Questo è un invito che oggi viene rivolto anche a ciascuno di noi: siamo convinti di essere nella strada della santità perché facciamo le nostre preghiere e anche opere di carità, ma per essere veramente santi dobbiamo essere sempre uniti a Dio, e siamo invitati a vivere nella giustizia e nella misericordia, imitando il suo amore e la sua misericordia. “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo”.
Sempre il brano del Levitico, perché possiamo essere santi, perché possiamo essere immagine di Dio ci invita ad allontanare dalla nostra vita tutto quello che ci porta ad avere rancore, a covare odio e sentimenti di vendetta verso gli altri: quello che è importante è desiderare il bene e avere amore per l’altro (“amerai il tuo prossimo come te stesso”), come ci ricorda anche il ritornello del Salmo responsoriale, che abbiamo ripetuto varie volte: “Il Signore è buono e grande nell’amore”.
In ciascuno di noi è presente Dio, in ciascuno di noi vive la vita divina, e Paolo ci ricorda che ognuno di noi è tempio di Dio, e in noi abita lo Spirito di Dio. Il Tempio è il luogo, è la realtà dove abita, dove risiede Dio, e quindi, perché è presente Dio, il Tempio è Santo, ma il Tempio di Dio siamo noi battezzati, e non dobbiamo distruggere la santità del Tempio di Dio, che siamo noi, non dobbiamo distruggerla attraverso il peccato. Poiché abbiamo Dio dentro di noi, dobbiamo essere santi.
Alla fine del brano evangelico Gesù, rivolto a chi lo segue e quindi rivolto a ciascuno di noi, afferma “siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. Noi, che siamo credenti, dobbiamo essere diversi dai pagani. La perfezione di cui ci parla Gesù, è un cammino, dobbiamo avere lo stesso atteggiamento di Dio.
Anche questa domenica, come domenica scorsa, nel vangelo sentiamo continuamente il ritornello di Gesù che dice “ma io vi dico”: certamente non è facile seguire i comandamenti o abbandonare certi modi di fare o certi comportamenti; anche se ci consideriamo cristiani perché preghiamo o partecipiamo alla Messa domenicale, tuttavia cerchiamo di giustificare certi nostri modi di fare che non riusciamo ad abbandonare, e che ci impediscono di entrare veramente nella vita d’Amore di Dio Padre.
Gesù, nella sua spiegazione, parte dalla legge del taglione, che diceva “occhio per occhio, dente per dente”, cioè, “mi hai tolto una cosa e io me la devo riprendere, mi hai fatto una offesa e io te la restituisco allo stesso modo”. Quante volte, noi cristiani ci comportiamo allo stesso modo, magari con odio e violenza? E Gesù interviene dicendo “Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; … porgi anche l’altra guancia, … lascia anche il mantello, … fai due miglia con chi te li chiede, … non voltare le spalle a chi desidera un prestito”. Quanto è difficile comportarci in questo modo, ci sembra quasi di perdere la nostra dignità.
Nella nostra vita, quello che ci deve guidare è l’atteggiamento d’amore che ha Dio nei confronti dell’uomo e nei confronti di ciascuno di noi. Continua Gesù affermando il detto che era presente allora, e che forse è presente anche oggi nel nostro modo di fare: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico” Noi solleviamo spesso il nostro sguardo a contemplare la grandezza di Dio, ma raramente abbassiamo il nostro sguardo per vedere e meditare su tutto quello che Cristo ha compiuto nei nostri confronti: ha avuto un amore totale e gratuito verso di noi, nonostante lo abbandoniamo spesso con il nostro peccato. La sua Croce continua a parlarci del suo immenso amore.

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